Il passato è alle spalle; il presente è ora; il futuro deve ancora arrivare.

In Natura, ogni cosa produce ed è soggetta al movimento, alla trasformazione, al cambiamento. Anche la morte di un organismo vivente (animale, vegetale, minerale) “vive” incessanti trasformazioni. 

La fisica quantistica è la teoria fisica che descrive il comportamento della materia, della radiazione e di tutte le loro interazioni viste sia come fenomeni ondulatori, sia come fenomeni particellari (dualismo onda-particella), a differenza della fisica classica o newtoniana, basata sulle teorie di Isaac Newton, che vede per esempio la luce solo come onda e l’elettrone solo come particella. Le scoperte della fisica del ventesimo secolo hanno profondamente cambiato la visione della realtà naturale. 


La teoria della relatività di Einstein (1905) ha dimostrato che la materia è una forma di energia e la meccanica quantistica ne ha evidenziato la natura "ondulatoria". L'atomo, ad esempio, può essere descritto come un sistema formato da onde recanti energia ed "informazione": a questo livello, la natura rivela la sua intima intelligenza. 

Oggi sappiamo che l'attività mentale è dovuta a processi chimici e fisici che avvengono nel cervello e nel sistema nervoso, a livello molecolare, atomico e forse anche subatomico, cioè a livelli descritti dalla meccanica quantistica.

Erwin Schrödinger, nel 1935, introdusse il termine di entanglement: se due particelle si fanno interagire per un certo periodo di tempo e successivamente vengono separate, quando si sollecita una delle due, in modo da modificarne lo stato, istantaneamente si manifesta sulla seconda, un’analoga sollecitazione, a qualunque distanza essa si trovi rispetto alla prima. Il fenomeno dell'entanglement fa decadere il «principio di località», per il quale ciò che accade in un luogo NON può influire immediatamente su ciò che accade in un altro. 


Due particelle vengono lanciate in direzioni opposte: se la particella A, durante il suo tragitto, incontra una carica magnetica che ne devia la direzione verso l’alto, la particella B, invece di continuare la sua traiettoria in linea retta, devia in modo analogo la sua direzione, assumendo un moto contrario alla sua gemella. 

Questo esperimento dimostra che le particelle sono in grado di comunicare tra di loro, A DISTANZA, trasmettendo ed elaborando informazioni in MODO ISTANTANEO. 

Nella tecnica del Reiki, poiché siamo esseri energetici in un universo fatto di Energia, l'operatore Reiki capta le onde elettromagnetiche presenti in tutto ciò che lo circonda (tutte, di ogni frequenza,), come se egli stesso fosse un'antenna, trasformandole poi nella frequenza più affine a quella umana, adatta cioè ad essere assimilata. 

Le mani di un operatore Reiki irradiano infrarossi in quantità maggiore rispetto ad una persona non “preparata” a fungere da facilitatore consapevole nel canalizzare Energia, con uno specifico obiettivo: non si vedrà irradiare luce visibile dalle mani (riferimento alla “ Legge della fotoluminescenza” - che indica l'insieme dei processi grazie ai quali determinate sostanze assorbono, sotto l'effetto di una radiazione elettromagnetica incidente, fotoni per poi riemetterli esse stesse in tutte le direzioni.) ma sarà possibile percepire una chiara sensazione di calore dalla persona “trattata” . 


Il Reiki produce onde elettriche e magnetiche che possono essere misurate: certificazioni, elaborati, testi specifici ne testimoniano gli effetti indiscutibili.
-Bibliografia di riferimento:(Krinsley D. Bengston – The Effect of the Laying On of Hands, Journal of Science Exploration, 2000). (James L.Oschmann – Energy Medicine: The Scientific Basis / Energy Medicine in Therapeutics and Human Performance- Tamisha Sabrina – The UK Reiki Federation). 

Negli anni ’70, ogni ricerca a tale proposito, ha condotto ad una affermazione inconfutabile: si possono stimolare processi di crescita e di risanamento, attraverso l'utilizzo della tecnica Reiki.

Nelle fratture ossee, ad esempio, la terapia elettromagnetica registra pieno successo: il range di frequenza necessario è di 7 Hz. Gli impulsi magnetici registrati dalle mani degli operatori Reiki sono parimenti comprovati, livelli elettromagnetici di bassa frequenza: 2 cicli al secondo (Hz) per rigenerazione nervina, 7 Hz per la ricrescita ossea, 10 Hz per rigenerazione dei legamenti e 15 Hz per formazione capillare. 

Gli operatori Reiki descrivono tali impulsi “una canalizzazione” di Energia Universale: sono conduttori di ‘frequenze universali’ che stimolano l’autoguarigione e per armonizzazione dei centri energetici di un organismo vivente.

Il Reiki rappresenta l’unione consapevole dell’energia che proviene da Tutto Ciò che E’ (REI,) con l’energia vitale dell’individuo (KI). 

Per i giapponesi è anche quell’energia che tiene in equilibrio tutte le altre.

Praticare il Reiki favorisce il ritorno ad uno stato di equilibrio a tutti i livelli: corpo, mente e spirito. 

Per questi motivi viene spesso descritto come “una tecnica di autoguarigione giapponese per la riduzione dello stress, il rilassamento e il riequilibrio della salute fisica”. Viene definita una “tecnica giapponese” perché è stato appunto un giapponese, Mikao Usui, a riscoprirla e comprendere come risvegliare nelle persone la capacità di farla fluire attraverso di sé. 

Va evidenziato che il Reiki è universale, non appartiene a nessuno, come il vento, la luce del sole, l'acqua dell'oceano: se lo avesse riscoperto un’altra persona, in un altro continente, avrebbe avuto un nome differente, ma l’Energia sarebbe stata sempre la stessa. 

“Fare Reiki” vuol dire semplicemente recuperare il significato di un gesto antico e spesso inconsapevole, che facciamo già istintivamente: infatti, indipendentemente da qualunque etnia, religione, ideologia o filosofia si possa provenire, se ci fa male qualche parte del corpo, ci appoggiamo subito sopra le mani. 

Il Maestro (Master Reiki), con la sua risonanza e per mezzo di trattamento specifico di Reiki fatto ad ogni allievo, chiamato “attivazione”, può risvegliare questa capacità nell’allievo. Da quel momento, l’Energia potrà scorrere consapevolmente attraverso l’allievo, che affinerà sempre più l’innata capacità di farla fluire con un intento chiaro e luminoso

Differenti stili di Reiki.  

-Metodo Usui Shiki Ryoho

Il Reiki praticato da molti reikisti nel mondo è il metodo “Usui Shiki Ryoho”, che si rifà agli insegnamenti della Sig.ra Hawaio Takata, che lo diffuse in Occidente negli Stati Uniti e di qui poi nuovamente in Giappone. Si distingue per l’estrema facilità di apprendimento, per la centralità del rito dell’attivazione. Nello stile occidentale sono state tolte tutte le pratiche di meditazione, connessione, radicamento e pulizia invece ancora presenti nell’Usui Shiki Ryoho orientale. Il Maestro Usui non “attivava” subito gli allievi ma li faceva prima lavorare sul loro Ki e facilitava il loro progressivo innalzamento di frequenza con l’aiuto dei Reiju. Non era un “attivare” ma un “dare” costantemente energia favorendo per risonanza la crescita dell’allievo con il quale era in contatto tutti i giorni. 

-Japanese Reiki. 

In questi ultimi anni si è diffuso anche il “Japanese Reiki” che in realtà è più simile a ciò che insegnava Usui. Questo metodo pone l’accento sul lavoro su di sè, è fondamentale recitare i Cinque Principi, praticare la meditazione Gassho e varie tecniche derivanti dal Qi Gong improntate sulla medicina tradizionale cinese. La pratica è inoltre basata molto sull’ascolto e sull’intuito e dunque meno immediata da apprendere. 

-Tecniche basate sul Reiki. 

Oltre ai due stili già citati, esistono poi decine di altre tecniche che usano il nome Reiki in abbinamento ad una propria specifica denominazione (Komyo Reiki, Tibetan Reiki, ecc.). Sono semplicemente stili che hanno come base il metodo di Usui, ma che hanno posto l’accento su aspetti diversi. Spesso sono stati rielaborati o ampliati con quello che era in risonanza con i loro fondatori. 

-Reiki Karuna Ki. 

Il Karuna è centrato sul cuore; “la via del Reiki compassionevole” è la frase che lo descrive meglio. 

Il modo più semplice per spiegare la filosofia alla base del Reiki, è sicuramente quello di usare le stesse parole del suo fondatore: Mikao Usui, il quale disse:  


“Il Reiki è il metodo segreto per invitare la felicità; la medicina spirituale per tutte le malattie”. Egli disse: Solo per oggi: Non ti arrabbiare
Non essere ansioso
Sii grato e diligente
Sii gentile con gli altri
Ricorda di pregare ogni mattina e sera.” 

Una delle cose fondamentali, nei precetti Reiki, è quella di vivere il presente (solo per oggi). Il passato è ricordo. Il futuro è un’illusione. Va bene fare progetti per il futuro, ma non bisogna preoccuparsene.

daniela rossini