La meraviglia in un chicco di uva passa

Un chicco di uva passa, per far volare l'immaginazione...

Un chicco di uva passa, nella ciotolina di ceramica dipinta a mano, in compagnia di tanti altri chicchi di uva passa, di colori diversi, di grandezze diverse, un po’ raggrinziti, alcuni più paffutelli e lucidi di altri. Avvicino il naso alla ciotolina colorata…..annuso e chiudo gli occhi …..un aroma dolciastro ed inconfondibile…..

Sollevo la ciotolina colorata e la poggio nel palmo della mano…ci sta comodamente. 

Mi siedo in riva al mare e mentre, senza sforzo, sintonizzo il mio respiro col ritmo del rollio delle onde del mare, con due dita, raccolgo uno di quei buffi chicchi di uva passa…..questo è paffutello, morbido e cedevole alla pressione; ci gioco, rotolandolo delicatamente fra i polpastrelli….così facendo avverto più distintamente la sua consistenza cedevole ed il suo profumo di sole, di pazienza, di passione. 

Finalmente decido di avvicinarlo alle labbra…ma no…ancora non lo sfioro: è inevitabile però che già immagino vivamente la sua consistenza ed il suo sapore….mmmmmh! passando la lingua sulle labbra…eccolo!...lo sento…il suo inconfondibile gusto! 

Ma il chicco è ancora fra le mie dita, quindi ci gioco un po’e poi, finalmente lo porto alla bocca, per schiacciarlo lentamente fra le labbra; lo spingo fuori con la punta della lingua, ma non lo lascio cadere. 

Inizio veramente a sentire il suo sapore zuccheroso ed invitante. E poi….splash! lo lascio cadere nella mia bocca, dove l’acquolina ha stimolato la produzione di saliva, ma non lo mastico ancora. 

La tentazione è forte, ma aspetto ancora un po’, continuando a giocarci con la lingua. Infine, con molta delicatezza, lo intacco con gli incisivi…..e uhaaaaoo! Finalmente il suo sapore invade tutte le mie papille gustative, i miei sensi; è anche più dolce di quello che avevo immaginato: un solo chicco quanta dolcezza.

Ed ecco che alla fine mi ritrovo bimba, intorno ad un tavolo, nella cucina di mia nonna materna, a preparare i pampepati, il nostro dolce natalizio preferito, godendo del calore del fuoco del camino…eh sì, l’uvetta è proprio uno degli ingredienti caratteristici, per la realizzazione di questo prelibato dolce. 

E poi…lo ingoio, sì, ingoio il chicco di uva passa. La sua presenza pervade ancora molti dei miei sensi. Che bel viaggio mi sono regalata, in vostra compagnia.

Bene! Ripetiamo l’esperienza? 

L’esperienza che vi ho proposto attinge al protocollo di Mindful Eating di Jon Kabat-Zin, ma soprattutto vuol essere un input a sperimentare, fuori dalle abitudini, dalla zona di confort, da schemi preconfezionati, con un atteggiamento spontaneo, privo di giudizio, giocoso, curioso, aperto alla meraviglia! 

E’ inevitabile pensare subito ai bimbi: essi sono spontaneamente capaci di purezza e amore incondizionati, non portano rancore, esprimono sempre quello che provano, sono totalmente immersi nel momento presente, qualunque esso sia. Sanno essere totalmente felici o totalmente tristi, con la stessa intensità; sanno inventare il loro presente, continuamente, con creatività, fantasia, speranza e voglia di condividere. 

Cosa stiamo aspettando quindi???!!! Recuperiamo quelle capacità, una buona volta, in fondo tutti noi condividiamo le stesse radici, qualunque e dovunque sia stata la nostra infanzia.

Si tratta di un patrimonio unico, che lasciamo sbiadire, nascondendoci dietro l'alibi di uno sforzo  necessario di adeguarci agli standard imposti dal contesto in cui viviamo. 

Facciamoci una promessa: ognuno di noi, almeno una volta al giorno, darà un calcio al sasso trovato al parco, si metterà a naso all’insù per immaginare le figure ispirate dalle nuvole mosse dal vento, si inzupperà i vestiti correndo sotto la pioggia o si divertirà a giocherellare e poi gustare un chicco di uva passa…. Basta aggrovigliarci sui soliti mesti pensieri: noi non siamo i nostri pensieri. 

Portiamo luce nel nostro presente: è così che diventeremo contagiosi!!!


daniela rossini